La gestione degli alberghi nel XVII secolo

Il riconoscimento del mestiere dell’albergatore risale al XVI secolo: in questo periodo i locandieri ricevono il diritto di gestire un albergo in cambio di una tassa unica e un canone annuale, prestando giuramento di fronte alle autorità competenti che stabiliscono a priori tariffe e orari. Per aumentare i propri guadagni, gli albergatori sfruttavano i prodotti provenienti dalle proprie fattorie, commerciando vino, carne, cereali, formaggi e pane.

Le strutture più avvantaggiate erano quelle che godevano di una migliore posizione geografica, vale a dire posizionate in punti strategici quali le mete dei pellegrinaggi, gli snodi di transito, i posti dove avevano luogo fiere e mercati, le aree più centrali, vicine alle chiese e ai bagni termali.

Per quanto riguarda la clientela, le osterie erano frequentate prevalentemente da uomini, appartenenti a ogni strato sociale. Venivano distinti gli avventori di passaggio dagli ospiti veri e propri: questi ultimi godevano di un locale a parte, ma i pasti erano serviti e consumati nello stesso ambiente. Le stanze private nacquero prima in città e solo verso la fine del XVII iniziarono a diffondersi anche nelle taverne di campagna.

Le taverne romane e le osterie medievali

Nel mondo greco, il primo antenato di un albergo di cui siamo a conoscenza viene menzionato da Tucidide, il quale parla di un imponente edificio di due piani costruito dai Lacedemoni; un altro alloggio simile ma più recente è una struttura del IV secolo a.C. sita nel Leonidaion di Olimpia: circondata da colonne ioniche, misurava 80 x 74 metri; anche il santuario di Asclepio dava la possibilità di soggiornare in una struttura predisposta per cure e riti a lungo termine.

Nell’antica Roma il settore alberghiero era più complesso: la vita romana era più frenetica e globalizzata, il ceto benestante molto più ricco e mondano; non ci stupisce sapere quindi che gli aristocratici usavano trascorrere le loro nottate di viaggio presso le camere di alloggio predisposte dalle taverne poste lungo la strada.

Al Medioevo risale invece la nascita delle osterie: prive di nomi veri e propri, venivano accompagnate da quello della città in cui si trovavano. Davano ospitalità soprattutto alle persone facenti parte del ceto mercantile, nonché ai tanti mercenari che percorrevano l’Europa in cerca di fortuna. In questo periodo i ricchi preferiscono restare nelle loro roccaforti anziché girovagare per diletto.

L’esigenza di viaggiare negli esseri umani

Viaggiare è sempre stata un’esigenza degli esseri umani, anche se nell’antichità il viaggio di piacere era riservato solo ai ricchi, mentre il resto della popolazione si spostava per necessità e per affari. Vi erano anche eventi di massa come le cerimonie religiose che radunavano tante persone. Insomma, quali che fossero le ragioni, il numero dei viaggiatori è stato cospicuo anche nel passato e ciò ha spontaneamente dato vita a punti di pernottamento, siti soprattutto nelle città che rappresentavano degli importanti snodi.

Con l’evoluzione della società e alla luce di una complessità sempre maggiore, la connessione tra le diverse culture e le usanze singolari di ogni popolazione è andata via via aumentando, creando i presupposti per una nuova e urgente esigenza: quella di scoprire cosa c’è oltre il proprio giardino o, se vogliamo dirlo con una metafora, andare oltre le Colonne d’Ercole della propria esistenza.

Solo in tempi relativamente recenti, a partire dalla fine del Medioevo sino ai giorni nostri, il viaggio si è evoluto verso quello che oggi riteniamo normale, ossia la voglia di conoscenza, la necessità di spostarsi non solo nello spazio ma anche nel tempo. Il cambiamento nella mentalità degli individui è stato graduale e si è accompagnato al miglioramento del tenore di vita, elemento fondamentale per poter consentire non solo di immaginare un viaggio, ma anche di poterlo mettere in atto.

Un altro fattore è stato cruciale: la nascita degli Stati moderni ha notevolmente aumentato il livello di sicurezza nelle città e nelle strade, rendendo gli spostamenti molto meno pericolosi. Infine, il XX secolo ha portato con sé la rivoluzione dei mezzi di trasporto, dai transatlantici agli aerei di linea.

Gli hotel per i più giovani

Un altro aspetto da valutare quando si parla di alberghi moderni, è quello relativo ai giovani. Se nel capitolo precedente abbiamo visto come sono cambiate in generale le tendenze di chi viaggia, ora bisogna volgere lo sguardo verso le nuove generazioni, le cui esigenze e stile di vita sono piuttosto differenti rispetto al passato.

Cerchiamo innanzitutto di comprendere quali sono le caratteristiche di queste persone: stiamo parlando sia dei giovanissimi che degli under 40, in una fascia di età che comprende i nati dal 1980 al 2000 e che presenta gusti e interessi vari eppure accomunati da un modo molto simile di intendere il viaggio in relazione a fattori quali mete preferite, budget per voli e pernottamento, strutture scelte, comfort ricercati ecc.

Partendo dall’aspetto economico, è possibile individuare una cifra media che i giovani non vogliono superare per il pernottamento: 100 euro per una stanza matrimoniale; riguardo la location, la tendenza generale è quella di prenotare presso strutture che si trovano vicino al centro e alle principali attrazioni turistiche per evitare spostamenti con i mezzi; in merito ai comfort più ricercati, sicuramente nessuno vuole rinunciare alla connessione wi-fi; è in aumento il numero di coloro che desiderano anche una postazione per lo smart working; infine vengono preferiti gli hotel che dispongono di un servizio di ristorazione low-cost, che sia un ristorante in senso tradizionale o anche un’area bar per colazione e brunch.

Per quanto riguarda il lato estetico degli alberghi, i giovani sono più attenti alla sostanza e, laddove il lusso si può ancora intendere come lo si intendeva 20 anni fa, cercano comunque di trovare il miglior compromesso tra spesa e comfort. Questo si traduce sovente nel preferire un posto meno elegante ma più vicino al centro storico o ai quartieri della movida notturna; oppure soggiornare presso un hotel dal design all’ultima moda rispetto a una struttura in stile classico, spesso vissuta come superata; o ancora vivere un’esperienza di pernottamento in un hotel vintage – magari perché è stato nel passato meta di artisti e scrittori.

Infine c’è da considerare anche l’aspetto enogastronomico: i giovani di oggi sono cittadini del mondo, meno legati alle tradizioni e molto più abituati alla globalizzazione, ciò spiega perché vengano apprezzati quei servizi di ristorazione in grado di proporre cucine esotiche, gourmet o multietniche.

Le nuove tendenze del settore alberghiero

Da quando il mondo globalizzato ha abbattuto quasi ogni confine, rendendo molte mete facilmente raggiungibili a poco prezzo, il numero dei viaggiatori è aumentato tantissimo, andando di pari passo a un tipo di organizzazione molto più tendente al fai da te.

Questo ha comportato un cambiamento nelle abitudini dei viaggiatori e una nuova richiesta di comfort nel settore delle strutture ricettive, che si sono adattate – e stanno continuando a farlo – per meglio rispondere alle nuove esigenze. A tutto ciò si è aggiunta la situazione pandemica del coronavirus che ha colpito pesantemente a partire dal 2020 e che ha creato, oltre ai problemi di salute, enormi danni a livello turistico.

Con la lenta ripresa a partire dal 2021, il turismo sta entrando in una ulteriore fase di mutamento spinto dalle necessità causate dalla pandemia: sono sempre più i viaggiatori che desiderano pernottare in luoghi poco affollati e per questo vanno in cerca di piccole strutture private (villette o appartamenti), hotel di modeste dimensioni spesso a gestione familiare.

Le strutture alberghiere si sono fatte carico dei bisogni dei loro ospiti trasformandosi in spazi sicuri e funzionali dove sia possibile non solo alloggiare e organizzare meeting di lavoro, ma anche vivere dimensioni più accoglienti, servizi innovativi e flessibili pensati per una comunità che ha l’esigenza di ripartire.

Ecco che oggi sono sempre più frequenti gli hotel che propongono bar e ristoranti aperti 24 ore su 24, spazi polifunzionali per manifestazioni di qualunque genere, aree dedicate allo smart working, spazi per la convivialità e gli incontri aziendali, infine aree benessere per il tempo libero e lo sport. Ci troviamo di fronte agli alberghi del futuro, caratterizzati dalla modularità, dalla duttilità (si pensi al modo in cui gli spazi vengono riutilizzati nei periodi di bassa stagione), dalla necessità di integrarsi col territorio circostante e con i suoi tratti culturali, naturalistici ed enogastronomici.

Un’analisi a parte va dedicata agli hotel delle grandi città, soprattutto le metropoli internazionali. Se qui il lato naturalistico ha un’importanza minore, è tuttavia più variegata la richiesta turistica e maggiore la frequenza delle prenotazioni effettuate. La risposta alberghiera attuale va nella direzione di creare strutture ricettive più simili alle dimensioni casalinghe, in grado di proporre arredi ricercati e sostenibili, funzionali ed eleganti, privi di barriere architettoniche e votati a un lusso più vicino alle possibilità della media dei viaggiatori.

A ciò si aggiunge una maggiore attenzione agli spazi esterni e al verde (terrazzi e balconi), l’allestimento di mini appartamenti silenziosi con tecnologie domotiche a basso consumo energetico, l’apertura nei confronti degli spazi cittadini con offerte dedicate sia al comfort che al business, realizzate nella fattispecie attraverso aree espositive, di lavoro, di meeting ecc.